Imparare l’inglese: quanto tempo ci vuole?

L’inglese è una delle lingue più influenti al mondo, essenziale in ambiti lavorativi, accademici e sociali. Per molti, imparare l’inglese rappresenta una sfida, ma quanto tempo ci vuole per padroneggiarla?

Molte aziende richiedono una buona conoscenza della lingua per comunicare con clienti internazionali e per collaborare con colleghi provenienti da diverse parti del mondo. Nell’ambito accademico, molte università richiedono certificazioni di lingua inglese per l’ammissione ai corsi di laurea e ai programmi di studio all’estero.

Esploriamo i fattori che influenzano questo processo, l’importanza dell’inglese in contesti scolastici e lavorativi, il tempo necessario per acquisire una buona padronanza della lingua, i segreti per un apprendimento efficace e l’utilità delle certificazioni di inglese.

I fattori per imparare l’inglese

L’apprendimento dell’inglese è influenzato da numerosi fattori, tra cui la tipologia di corso scelto (online, in presenza, sincrono/asincrono, blended o tradizionale), la metodologia di insegnamento adottata (metodo di traduzione grammaticale, approccio comunicativo, coinvolgimento del docente), l’intensità del programma di studio (frequenza e durata delle lezioni; i programmi più intensivi tendono ad essere più efficaci a causa della curva dell’oblio), la dinamica di gruppo nel caso di corsi collettivi e l’accesso a risorse aggiuntive per l’apprendimento e il consolidamento delle conoscenze.

Quanto tempo ci vuole per imparare bene l’inglese?

Il tempo necessario per padroneggiare l’inglese può variare considerevolmente da persona a persona. Dipende da fattori come la motivazione individuale, il livello di partenza, gli obiettivi prefissati e il tempo a disposizione per lo studio. Mentre alcune persone possono raggiungere un buon livello di conoscenza in pochi mesi con una pratica costante, altre potrebbero impiegare più tempo. Tuttavia con impegno e dedizione, è possibile fare progressi significativi nell’arco di un anno.

Il segreto per imparare bene l’inglese

Se parliamo un inglese “all’italiana”, per gli altri può essere molto difficile o impossibile capirci. Attenzione, non mi riferisco all’accento italiano: un leggero accento non intralcia la comprensione e può anche dare personalità. E non parlo nemmeno delle differenze fra l’accento british o americano, parlo proprio di cattiva pronuncia.

Molte persone non si rendono conto dell’importanza di una corretta pronuncia inglese. C’è chi si trincera dietro il fatto che l’accento italiano è sexy. Può anche essere vero, ma solo se si tratta di un accento molto leggero, altrimenti diventa ridicolo e soprattutto incomprensibile. Ricordiamoci che parlare inglese (o qualunque lingua!) serve per comunicare quindi se il nostro messaggio non passa, c’è qualcosa che non va…

Come nell’esempio riportato in questa guida sulla pronuncia inglese, pubblicato da Mosalingua, se sbagliamo a pronunciare correttamente I am hungry (Ho fame) e lo trasformiamo in I am angry (Sono arrabbiato), hai un altro esempio di quanto una cattiva pronuncia inglese possa creare situazioni anche imbarazzanti. In più, queste incomprensioni possono causare frustrazioni da entrambe le parti, che a loro volta producono preconcetti negativi verso una lingua, molto dannosi per la motivazione (es. sono una frana in inglese, non mi piace l’inglese, aiuto devo sostenere un colloquio in inglese, ecc.)

Importanza della pratica costante e del metodo di apprendimento

La pratica costante e un metodo di apprendimento strutturato sono fondamentali per ottenere risultati significativi nell’apprendimento dell’inglese. È importante dedicare del tempo ogni giorno allo studio e alla pratica della lingua, utilizzando una varietà di risorse e tecniche per migliorare le proprie abilità linguistiche.

Livelli di conoscenza della lingua secondo il CEFR

Le certificazioni di lingua inglese sono importanti per valutare e attestare il livello di conoscenza della lingua. Queste certificazioni possono essere utili sia a livello lavorativo che accademico, offrendo un valore aggiunto al curriculum vitae e facilitando l’accesso a opportunità di studio e lavoro all’estero.

Il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (CEFR) definisce sei livelli di conoscenza della lingua inglese. Questi livelli consentono di valutare in modo oggettivo e riconosciuto le competenze linguistiche in ambito di scrittura, ascolto, lettura e dialogo.

Livello A1 – Principiante (“Inizio”): A questo stadio, si riesce a comprendere e adoperare frasi di uso quotidiano per soddisfare necessità concrete. La capacità di presentare sé stessi e gli altri, porre domande su argomenti personali come la residenza e le conoscenze, e rispondere lentamente e chiaramente è evidente.

Livello A2 – Base/Intermedio (“Primo passo”): Qui, la comunicazione verte su attività abituali, con lo scambio di informazioni basilari su argomenti familiari. Descrivere la vita quotidiana e l’ambiente circostante, nonché esprimere bisogni immediati, diventano possibili.

Livello B1 – Intermedio o “di soglia” (“Confidenza di base”): Si capiscono i concetti fondamentali relativi a temi comuni come la scuola o il tempo libero. Si riesce a destreggiarsi nelle situazioni quotidiane, produrre testi semplici su argomenti familiari o personali, e condividere esperienze, sogni e progetti.

Livello B2 – Intermedio avanzato (“Passo successivo”): Qui si comprendono sia concetti complessi che discorsi tecnici, e si può interagire in modo fluido con parlanti nativi. La produzione di testi dettagliati su una vasta gamma di argomenti, insieme all’esplicazione di punti di vista e argomentazioni, è un obiettivo raggiungibile.

Livello C1 – Avanzato (“Profondità”): Si raggiunge una comprensione ampia e profonda di testi complessi e si è in grado di esprimersi in modo naturale e flessibile. L’uso efficace della lingua a scopi sociali, professionali e accademici, insieme alla capacità di produrre testi ben strutturati su argomenti complessi, è evidente.

Livello C2 – Padronanza (“Eccellenza”): Qui si arriva a comprendere praticamente tutto ciò che si ascolta e legge, e si è in grado di riassumere informazioni da diverse fonti in modo coerente. L’espressione spontanea e precisa, insieme alla capacità di cogliere sfumature di significato anche in situazioni complesse, caratterizzano questo livello.

Come imparare l’inglese in poco tempo

Studiare l’inglese all’estero è una scelta vantaggiosa per coloro che desiderano migliorare la propria conoscenza della lingua. Rispetto allo studio in Italia, l’immersione in un Paese anglofono offre un apprendimento più rapido e completo. La pratica costante, sia dentro che fuori dalla classe, permette un notevole progresso linguistico in tempi ridotti.

Anche se le tempistiche possono variare, in media un principiante può raggiungere un buon livello di inglese in circa un anno di studio intensivo, con lezioni settimanali di 24-30 ore. Prima di iniziare, è necessario sottoporsi a un test di valutazione linguistica per determinare il livello di competenza e l’idoneità al corso. Tuttavia, è importante considerare che il tempo necessario dipende da diversi fattori individuali.

Procedura per ottenere una certificazione

Per ottenere una certificazione di lingua inglese, è necessario iscriversi e superare un esame IELTS, Cambridge o TOEFL. Il modo migliore per prepararsi all’esame è frequentare un corso di inglese presso una scuola specializzata, che fornirà le competenze e le risorse necessarie per affrontare con successo l’esame. I corsi specializzati offrono un ambiente di apprendimento strutturato, insegnanti qualificati e risorse didattiche efficaci per migliorare le abilità linguistiche in modo rapido ed efficace.

Conclusioni sull’apprendimento dell’inglese

L’apprendimento dell’inglese è un percorso che richiede tempo, impegno e dedizione. Tuttavia con una pratica costante, un metodo di studio efficace e il sostegno di corsi specializzati, è possibile raggiungere un buon livello di padronanza della lingua. Le certificazioni di lingua inglese rappresentano un valore aggiunto per il curriculum vitae e possono aprire le porte a nuove opportunità professionali e accademiche.

 

 

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