Un ambiente di lavoro sicuro non si basa solo sulla presenza di estintori, segnaletica o dispositivi di protezione individuale: nasce dalla consapevolezza, dalla cultura della prevenzione e dalla preparazione quotidiana delle persone.
Il comportamento informato e responsabile dei lavoratori fa davvero la differenza nei momenti critici, quando serve reagire prontamente a un rischio o adottare le corrette procedure di emergenza.
L’efficacia delle misure di prevenzione, infatti, è strettamente legata al livello di conoscenza e competenza del personale. Per questo motivo, il Decreto Legislativo 81/2008 — pilastro della normativa italiana in materia di salute e sicurezza sul lavoro — individua tre strumenti fondamentali per costruire un sistema di prevenzione realmente efficace: formazione, informazione e addestramento.
Queste tre azioni, quando vengono applicate in modo sistematico e calibrato sui reali rischi aziendali, permettono ai lavoratori di:
- Riconoscere tempestivamente i pericoli presenti nell’ambiente di lavoro;
- Comprendere le misure preventive e protettive da adottare;
- Intervenire in modo appropriato per evitare infortuni o minimizzare le conseguenze.
In altre parole, sono le fondamenta su cui si costruisce non solo la sicurezza normativa, ma anche quella concreta, quotidiana e sostenibile.
Le tre leve operative della prevenzione
Ognuno dei tre strumenti ha un ruolo specifico e complementare nella strategia di sicurezza aziendale:
Formazione
Una valutazione del Dors (Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute) sulla formazione in cantiere, ha evidenziato una riduzione del 14 % del tasso di frequenza degli infortuni dopo percorsi mirati di formazione specifica. Si tratta di un percorso strutturato e organico che fornisce conoscenze teoriche e pratiche sui rischi, comportamenti corretti, uso dei DPI e procedure operative. Deve essere proporzionata al ruolo del lavoratore e aggiornata nel tempo.
Informazione
Riguarda la comunicazione diretta ai lavoratori di tutto ciò che serve per essere consapevoli dei rischi: segnaletica, schede informative, documentazione tecnica e comunicazioni obbligatorie. È uno strumento di conoscenza immediata e accessibile.
Addestramento
Dal 2011 al 2015 le morti sul lavoro in Italia sono diminuite del 23 %, passando da 920 a 694 casi, grazie anche a interventi formativi e culturali (fonte: PMC). Consiste in attività pratiche guidate da personale esperto, finalizzate a far acquisire manualità e dimestichezza nell’uso corretto di attrezzature, macchinari o dispositivi di protezione. È particolarmente importante per attività ad alto rischio. Solo un uso integrato di questi tre strumenti garantisce un approccio efficace alla prevenzione.
Cosa dice la normativa e chi è responsabile
L’obbligo di fornire formazione, informazione e addestramento è a carico del datore di lavoro, come previsto dall’art. 37 del D.Lgs. 81/2008. Nello specifico:
- La formazione deve essere “adeguata e sufficiente”, calibrata sui rischi specifici legati alla mansione e aggiornata periodicamente;
- L’informazione deve essere comprensibile, verificabile e fruibile da tutti i lavoratori, inclusi quelli stranieri o con disabilità;
- L’addestramento è obbligatorio per lavorazioni pericolose, utilizzo di attrezzature particolari (es. PLE, carrelli elevatori, gru), e per l’uso dei DPI di III categoria.
Il datore di lavoro ha anche il compito di documentare ogni intervento formativo e garantire che i lavoratori abbiano realmente acquisito le competenze necessarie.
Quando e perché aggiornare la formazione
Nel primo semestre 2023 tutte le aree d’Italia mostrano cali significativi delle denunce di infortunio, fino al ‑29,2 % nelle Isole (fonte: www.avvenire.it). La formazione e l’addestramento non possono essere considerati interventi “una tantum”. La normativa prevede espressamente aggiornamenti periodici, ma anche straordinari in presenza di:
- Introduzione di nuove tecnologie, impianti o sostanze;
- Modifiche nell’organizzazione del lavoro o delle mansioni;
- Nuovi rischi individuati tramite valutazione o segnalazione;
- Incidenti o infortuni che rivelano lacune nei comportamenti o nella preparazione.
L’aggiornamento continuo è fondamentale per garantire che la sicurezza rimanga un valore attuale, concreto e condiviso.
Perché conviene investire nella sicurezza
Nel 2023 l’INAIL ha registrato oltre 590.000 denunce di infortunio (‑16,1 % sul 2022) e 1.147 infortuni mortali (‑9,5 %), evidenziando l’efficacia delle misure preventive svolte in azienda. Applicare correttamente formazione, informazione e addestramento non solo previene gli incidenti, ma genera un ritorno concreto per l’azienda. Tra i benefici più evidenti:
- Riduzione delle assenze per infortuni e malattie professionali;
- Miglioramento del clima interno e della motivazione del personale;
- Maggiore efficienza produttiva e qualità del lavoro;
- Conformità normativa e riduzione del rischio di sanzioni;
- Valorizzazione dell’immagine aziendale e credibilità verso clienti e stakeholder.
Un lavoratore formato è un lavoratore più sicuro, consapevole e performante. E un’azienda che investe nella sicurezza è un’azienda solida, moderna e sostenibile.
Per ulteriori info puoi trovare notizie al riguardo visitando il sito web https://unisafety.it/risorse.